Come da tradizione l’anno si apre con una nuova edizione della Dakar, il rally raid più duro, pericoloso e importante che ci sia. La Parigi-Dakar nacque nel 1979 dalla geniale mente di Thierry Sabine, che smarritosi durante il Abidjan-Nizza, un altro rally raid di quegli anni, decise di creare una gara che si disputasse su un percorso inverso, quindi partendo dalla Francia e arrivando in Senegal. Naque la Parigi-Dakar. Vediamo assieme tutti i segreti della Dakar e la sua organizzazione.


Come funziona un rally raid
Prima di tutto però. chiariamo cosa sia un rally raid. E’ una gara che si svolge su un percorso molto lungo e impervio. I percorsi sono divisi in trasferimento e prova speciale. Il trasferimento porta i piloti da un punto d’inizio fino allo start di una prova o al bivacco; la prova speciale è un tratto, di lunghezza variabile e che può anche essere di 600km, che viene cronometrato e vale ai fini della classifica. Durante la prova ci sono dei waypoint da cui passare obbligatoriamente per non incorrere in penalità. Sono anche previste zone di rifornimento di carburante per le moto e gli SxS.


La navigazione in questo tipo di competizioni è fondamentale. Questo compito si basa sulla lettura del roadbook. Questo elenco di indicazioni indica al pilota quale strada seguire. Per riuscire sempre a rimanere sul percorso giusto bisogna prestare molta attenzione sia ai gradi della bussola sia ai km percorsi. Ad ogni tot di km infatti ci saranno punti di riferimento per far orientare meglio il concorrente. Tempo addietro gli equipaggi avevano a disposizione il roadbook in forma cartacea e utilizzavano un GPS montato in auto, sul quale veniva visualizzata la velocità e i gradi della bussola. Da quest’anno il roadbook è diventato digitale e il tablet dove viene visualizzato è montato direttamente in auto e collegato al GPS.


I vari percorsi della Dakar, tra i segreti degli equipaggi
Nel corso degli anni per motivi politici, logistici e di sicurezza il percorso originale ha subito svariate modifiche. Fino al 2008 si è sempre corso in Africa, partendo da Parigi per poi raggiungere in nave l’Africa stessa, da dove sarebbe partita la gara vera e propria. La destinazione finale era situata sulle coste della capitale del Senegal: Dakar.
Purtroppo per motivi terroristici dal 2008 il circus si è spostato in Sud America, tra Argentina e Cile. Per molti la vera essenza della gara si perse, ma i paesaggi maestosi e i fondi impervi sud americani hanno rinnovato la Dakar rendendola ancora più popolare in tutto il globo.
Dal 2020 invece ci si è spostati in Arabia Saudita, territorio molto più simile a quello Africano, ricco di dune e distese chilometriche di sabbia. Il ritorno “alle origini” è stato molto apprezzato dai partecipanti, con più di 1030 concorrenti iscritti di 49 nazionalità diverse, nella sola edizione 2022.


Le varie tipologie di veicoli che partecipano: organizzazione Dakar
Nel motorsport ci sono svariate tipologie di competizioni e soprattutto svariate tipologie di veicoli preparati appositamente per una determinata categoria. Nella Dakar, ma nei rally raid in generale, ci sono diversi veicoli che partecipano al medesimo evento. Nel nostro caso, ci sono queste categorie:
- Auto
- Moto
- Camion
- Quad
- SXS
- Storiche
Auto: la categoria più apprezzata tra i fan della Dakar
Per quanto riguarda le auto ci sono diverse sottocategorie, T1, T1+, T2, Open e Ultimate . Le prime sono le più veloci e comuni, sono prototipi formati da una struttura tubolare e una carrozzeria in carbonio. Da poco sono state introdotte le T1+ che possono montare ruote più grandi e hanno un’escursione delle sospensioni maggiori a discapito della potenza. Le T2 sono dei mezzi derivati dalla serie e preparati appositamente per la Dakar. Le Open e Ultimate sono vetture che non rispettano il regolamento FIA ma regolamenti Americani. In questa categoria rientrano anche veicoli con powertrain elettrici o non convenzionali, come per esempio la nuova Audi RS Q E-tron e la Thunder, veicolo elettrico con un generatore a bioetanolo.


Camion: tutti i segreti dei giganti della Dakar
I camion sono una parte fondamentale della competizione. Infatti oltre a partecipare come concorrenti, assistono anche i vari partecipanti. La categoria T5.2 è la più usata, si tratta di camion prototipo con motori fino a 13000cc di cilindrata. No, non c’è uno zero in più: questi mostri diesel sviluppano più di 1000cv e quasi 5000Nm di coppia. Da quest’anno però, visto l’interesse che c’è per i veicoli elettrici ed ibridi, si è aggiunta anche la categoria T5.U. In questa categoria i partecipanti sono 3: l’Hino 600 e il Riwald, che utilizzano sistemi ibridi accoppiati a motori diesel e il Gaussin H2, un prototipo ad idrogeno che verrà testato durante la competizione. I T5.3 sono invece mezzi da supporto veloce. Sono ex camion T5.1 e T5.2 che sono stati allestiti dai team per fornire supporto agli altri veicoli del team stesso direttamente sul percorso.


SxS e Dakar Classic
Gli SxS sono veicoli leggeri introdotti nel 2019 e si dividono in categorie T3 e T4. I T3 sono dei veri e propri prototipi, ultimo step per chi vuole approdare alle auto. I T4 sono invece praticamente uguali agli SSV e sono per i piloti amatoriali che vogliono affrontare la Dakar con un budget ridotto, optando per un mezzo più sicuro di una moto. Questi veicoli oltre ad essere più “economici” rispetto ad un’auto, sono utili ai grandi team per la ricerca di nuovi giovani talenti.


Dall’anno scorso è stata introdotta anche una nuova categoria, le storiche, o Dakar Classic. In questa categoria possono partecipare solo veicoli prodotti prima del 2000. Seguono lo stesso regolamento delle altre categorie.


Moto e Quad
Le moto e i quad invece seguono i regolamenti della coppa del mondo cross-country e sono rispettivamente limitati a 450cc per le moto e 900cc per i quad.


I quad possono avere due o quattro ruote motrici. Per quelli a due ruote motrici la cilindrata si abbassa a 750cc con un solo cilindro. Nelle edizioni più vecchie si poteva partecipare con moto fino a 1000cc, ma per motivi di sicurezza sono state bandite.


Organizzazione e bivacco alla Dakar
E ora parliamo di una delle parti fondamentali e più caratteristiche di questo rally, uno dei veri segreti della Dakar. L’organizzazione per gestire una competizione del genere è folle e adopera un numero di veicoli immenso. Per tenere d’occhio la gara e per prestare un soccorso rapido si utilizzano diversi elicotteri che possono contare sul supporto di altri 30 mezzi terrestri. Il bivacco è la zona dove i vari team prestano assistenza ai loro piloti. Nel corso della gara il bivacco segue la gara spostandosi in diverse zone lungo il percorso. Una menzione d’onore si deve fare ai piloti della Malle Moto. La categoria riservata a coloro che vogliono affrontare la Dakar in moto e senza alcuna assistenza esterna. Nei primi anni della Dakar molti erano coloro che affrontavano questo durissimo rally da soli, conquistando anche ottimi risultati.


Ricordate che abbiamo una intera sezione dedicata al mondo delle curiosità a tema auto, perchè non ci fate un salto? La trovate proprio qui: Curiosità
E voi cosa ne pensate della Dakar, dei suoi segreti e della sua organizzazione? Secondo voi è o no la gara più dura nel mondo del motorsport? Fatecelo sapere sui nostri social!!
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