Il segmento delle citycar elettriche sta iniziando a spopolare, perchè in effetti delle auto piccole ed adatte alla città sono l’ideale per il concetto di “elettrico”. In questo contesto si inserisce poi la nuova Hyundai Inster, che nel corso di questa prova ho confermato essere un’auto variegata e con tante frecce al proprio arco! Ma non fatemi dare subito spoiler su tutto.
Il video della prova di Hyundai Inster è già online sul canale YouTube Test Driver e ve lo lascio direttamente nel player qui sotto. Vi ricordo che potete iscrivervi al canale, così da essere sempre aggiornati e supportare tutto il lavoro che c’è dietro la produzione di ogni singolo video!
Dimensioni super compatte
Inutile girare attorno al fatto che le dimensioni sono il punto chiave di nuova Hyundai Inster, che si propone come perfetta compagna per la quotidianità urbana. Ha infatti una lunghezza di 3,82 metri, con una larghezza di soli 1,61 metri – e questa è anche una sua caratteristica chiave – ed un’altezza di 1,57 metri. Sono dimensioni che ti permettono di trovare facilmente parcheggio in città, di zigzagare tra gli ostacoli senza troppi problemi e di lasciare sufficiente spazio nel box per altro.

Dato interessante per lo spazio del bagagliaio, con un volume che parte da 238 litri e si spinge fino a 351 litri. Perchè però questa variabilità di volume? Non si tratta di abbattere i sedili, quello lo si può fare e si arriva a 1.059 litri, quanto di spostare la panca della fila posteriore in avanti. La slitta permette di avanzare o indietreggiare, così da favorire lo spazio a bordo per i quattro passeggeri oppure dare un maggiore respiro ad eventuali bagagli o bustoni della spesa. Una soluzione che ho sempre trovato estremamente intelligente sulle auto, perchè dona un senso stesso di modularità.
Estetica e design pixelato tipico di Hyundai
Non è una novità che Hyundai abbia scelto un corso stilistico capitanato dai pixel. Lo abbiamo già visto su altre auto come la nuova Hyundai Kona (qui trovi la prova: Prova su strada Hyundai Kona 2023: tutta un’altra auto!), ma qui viene in parte estremizzato. Certo su un’auto di queste dimensioni aiuta a dare un design più sbarazzino ed accattivante, motivo per il quale plausibilmente si siano lanciati “oltre”, ma il risultato è piuttosto caratteristico.

Tralasciando le protezioni inferiori dei paraurti anteriore e posteriore, che fanno molto “rugged”, molto auto incline anche all’offroad (c’è anche la versione Cross della Inster, ma di fatto cambia solo dal punto di vista estetico), la forma squadrata e le linee geometriche sono il leitmotiv piuttosto chiaro della carrozzeria. Le luci di posizione anteriori sono tanti quadratini accostati, così come al posteriore il fascione luminoso è costellato da una doppia striscia degli stessi quadratini, o pixel, completamente illuminati. Proiettori principali e luci di posizione prendono le distanze e sono tondeggianti, agli angoli del paraurti, ma in effetti creano una continuità stilistica con il passaruota e spezzano un po’ il tratto distintivo.

I passaruota sono muscolosi, allargati sia avanti che dietro, con il risultato che quest’auto cerca di essere piccola ma di avere una sua presenza su strada senza preoccuparsi troppo delle dimensioni. Infine non mancano alcune chicche come la maniglia delle porte posteriori nel montante C. Ah, poi c’è la vernice con la quale me l’hanno data in prova: un blu opaco davvero bello, che si alterna a superfici nero lucido come il lunotto posteriore e la firma luminosa degli stop (in mezzo ai quali il logo Hyundai non è applicato ma è serigrafato). Avreste mai pensato ad un colore opaco su un’auto da città? Merita, perchè esalta ancora di più le forme.
Interni a prova di città, con una Hyundai Inster molto razionale
Nonostante le dimensioni esterne contenute, ciò che stupisce una volta saliti a bordo di Hyundai Inster è la sua capacità di offrire uno spazio interno degno di nota. Indubbiamente le forme squadrate aiutano molto, soprattutto con un’ottima sensazione di volume in altezza, ma allo stesso tempo ci sono una serie di chicche sulla disposizione di portaoggetti e gestione dello spazio. Si tratta di un’auto molto razionale, che non lascia nulla al caso e cerca di ottimizzare ogni angolo, come fossimo in un camper.

Tanto per far il primo esempio sulla plancia c’è una piccola mensola utile per riporre gli oggetti di uso quotidiano. Magari non il telefono poichè scivola, non essendoci una copertura in gomma, ma senz’alto portafogli e simili. Il telefono può essere messo nel vano gommato che ha ricarica a induzione, sempre sul tunnel centrale, non preoccupatevi! Manca il portaoggetti sotto al bracciolo, per una questione meramente pratica: il bracciolo è solidale al sedile conducente ed ha la forma di quello che – ad esempio – troviamo sugli aerei. Lo stesso per i portabibite, tanto che tutto slitta in avanti o indietro assieme al sedile. Però c’è da dire che non se ne sente molto la mancanza.
Curioso il volante che al centro ha quattro pixel, quattro quadratini illuminati che quando l’auto è in carica si illuminano per segnalare il livello di carica della batteria (un po’ come succede per i power bank…devo dirlo) oppure cambiano colore in base alla modalità di guida. Insomma sono interattivi, una nuova forma di linguaggio visivo pensata da Hyundai.
Curiosità: i quattro pixel al centro del volante hanno un significato. In codice morse significano proprio la lettera “H”
Si tratta sempre di una citycar

Nonostante molte caratteristiche la facciano sembrare di segmento superiore, Hyundai Inster è comunque appartenente al segmento delle citycar. Impensabile allora non trovare alcune zone con della plastica rigida a vista ed a contatto con la pelle. Ha senso in relazione allo scopo dell’auto, avrei sfidato il contrario. Anche nella zona centrale della plancia c’è plastica, seppur conformata in modo da essere quasi dissimulata dalle linee.
Intanto ci sono una serie di sistemi che la fanno apprezzare non poco, come il riscaldamento dei sedili ed addirittura del volante, oppure le telecamere anteriore e posteriore. Dettagli che fanno la differenza e che non ci saremmo aspettati da questo segmento fino a qualche anno fa.
Tecnologia di bordo tipicamente Hyundai
Oggettivamente Hyundai spinge tanto sulla tecnologia di bordo delle proprie auto, a prescindere dal loro posizionamento. Si tratta di un caposaldo del brand che trova riscontro poi nell’apprezzamento – e nel supporto – da parte dei clienti. Anche la Hyundai Inster in prova da sfoggio di questo trend, con il doppio display per strumentazione e infotainment. Entrambi da 10,25 pollici, ma ovviamente separati per i due sistemi.

La strumentazione cambia tema e colore in base alla modalità di guida scelta attraverso il pulsante posto sul volante. In tutti i temi la dimensione dei caratteri è ben visibile ed avete sott’occhio tutte le informazioni principali per la guida. Certo un po’ di personalizza centralmente, ma la base è già buona.
Sulla plancia l’infotainment permette poi di collegare il telefono con Android Auto ed Apple CarPlay, permette di verificare alcuni dati online, permette di consultare il navigatore e tanto altro. Il software è sdoganato così come l’interfaccia utente, elegante e facilmente comprensibile. Le impostazioni sono tante ed ovviamente non manca il menù dedicato alla parte elettrica: qui si possono cercare le colonnine lungo il percorso, temporizzare la ricarica e così via. Curioso il fatto che ci sia anche un menù per il climatizzatore, nonostante ci sia la suite completa di tasti manuali sulla plancia.

Prova su strada Hyundai Inster: città non ti temo!
Che la Hyundai Inster come quella in prova sia esplicitamente pensata per la città non ci piove. Al netto delle dimensioni, è l’agilità che mi ha impressionato non appena mi ci sono messo alla guida. La capacità di riuscire a divincolarsi bene, le dimensioni contenute e la buona risposta del motore l’hanno resa la compagna ideale per la durata della prova. Motore che poi è singolo, elettrico, muove l’asse anteriore e sviluppa un totale di 115 cavalli e 147 Nm di coppia massima. Valori anche importanti se pensiamo si tratti di un’auto piccola e completamente elettrica, perchè tecnicamente basterebbero anche la metà dei cavalli per essere a proprio agio in un contesto urbano. Hyundai invece ha voluto fare di più ed ha dato un carattere anche piuttosto scattante alla Inster.

L’auto è infatti divertente ed allo stesso tempo permette anche di non accelerare troppo con l’acceleratore in caso di salite o condizioni di sorpasso, oltre ad avere una calibrazione morbida e non eccessivamente immediata della risposta dell’acceleratore. Ovviamente man mano che si aumenta la velocità la spinta decade, com’è giusto che sia quando ci si avvicina ad una sorta di saturazione. Peccato per il raggio di sterzata. Sufficiente per il contesto urbano, ma da un’auto così piccola forse mi sarei aspettato qualcosa in più. Potrebbe darsi che, data la larghezza contenuta, fisicamente una maggiore rotazione delle ruote non sia stata possibile. Poco male, si parcheggia comunque bene.
Come si comportano le sospensioni?

Chiaramente contesto urbano significa anche pavè, cubetti di porfido e irregolarità dell’asfalto. Come si comporta allora questa piccola elettrica avanti a questi ostacoli? Il comportamento generale è buono e progressivo, seppur in questo i cerchi da 17 pollici forse penalizzino un po’ il confort di bordo. Probabile che facciano percepire maggiormente tutte le sconnessioni, complice anche un passo contenuto che amplifica i movimenti della scocca. Al contempo però la Inster è sembrata stabile. Che dir se ne voglia ho provato a impegnarla un po’ in curva e le sospensioni sorreggono bene senza costringere a traiettorie strane, l’anteriore non è stressato o perde aderenza in caso di accelerazioni più repentine. Insomma è godibile come auto.
Capacità elettriche, batteria e prova dell’autonomia di Hyundai Inster

Piccola l’auto, relativamente piccola la batteria, che poi in sostanza è un binomio vincente. Ovviamente l’accumulatore è posizionato nella parte bassa dell’auto, per centralizzare le masse ed abbassare il baricentro – vantaggio imprescindibile di ogni auto elettrica – e sul modello di Hyundai Inster in prova ha una capacità di 49 kWh. L’autonomia dichiarata è di 360 km, che però ho superato di gran lunga in un contesto urbano. Sono arrivato anche ad andare oltre i 400 km usandola esclusivamente in città, senza nemmeno arrivare a stati di carica critici della batteria. Merito sicuramente di un motore efficiente e di una potenza che, essendo quasi sovradimensionata, aiuta a non spremere sempre la batteria o metterla sotto uno stress termico.
La modalità i-Pedal aiuta a contenere ed ottimizzare tanto i consumi, perchè è a tutti gli effetti una guida a pedale singolo che arriva anche a fermare del tutto l’auto. Ed infatti in alcuni tratti urbani di 20-25 km sono riuscito a staccare consumi anche di 9.7-9.8 kWh/100 km, che è un risultato eccezionale. Ovviamente non è la normalità, perchè sono situazioni nelle quali mi ci ero impegnato a fare una specie di eco-race.

I consumi medi che ho registrato in città vanno tra i 10,5 e gli 11 kWh/100 km, che salgono a 12 kWh/100 km su statali a velocità costante compresa tra 60 e 70 km/h. In autostrada, ovviamente, si impenna finanche ai 19 kWh/100 km. Per ricaricarla invece ho visto una potenza in DC di circa 82 kW fino al 72-73% di carica, poi si abbassa a 45 kW
Prezzo Inster
La Hyundai Inster come quella in prova, quindi con la batteria più grande, ha un prezzo di partenza di 26.650 euro chiavi in mano. Per salire di allestimento e scegliere ad esempio la Inster X-Class si arriva a 28.650 euro.
Tu che ne pensi di un’auto del genere? Ritieni che Hyundai abbia fatto centro proponendo la Inster oppure pensi sia superflua? Fallo sapere direttamente sui nostri social e non dimenticare di lasciare un like!

