Il contesto storico che portò alla nascita del Volkswagen Maggiolino

Siamo nella prima metà degli anni ’30. L’Europa sta facendo ancora i conti con i danni subiti durante la Prima Guerra Mondiale, mentre in America viene avviata la politica del New Deal per far fronte alla grande depressione. Nel ’32 la Germania viene condannata a dover pagare per i danni della guerra e un anno dopo Adolf Hitler viene eletto Cancelliere, dando vita al regime nazista. Qui inizia la storia del Volkswagen Maggiolino.

Nel 1934 proprio il Fuhrer, durante un discorso, ad annunciare la volontà di creare una “auto del popolo”, visto l’elevato costo delle auto dell’epoca che le rendevano esclusiva dei ceti più alti. L’auto doveva avere caratteristiche ben precise: poter portare cinque persone, essere solida, consumare poco e costare meno di 1000 Reichsmark.

La nascita della Volkswagen

Il progetto venne affidato a Ferdinand Porsche, che in passato aveva già presentato un’idea simile ad alcune case produttrici (compreso la Mecedes-Benz), seppur queste la scartarono. Un’auto accessibile a tutti presentava delle problematiche legate al basso ritorno economico. Infatti per la realizzazione del progetto si pensò ad un modo ingegnoso per far fronte alle spese: si fece in modo che fossero i dipendenti della fabbrica a farsi carico di esse.

Ai lavoratori venne proposto uno schema di accantonamento settimanale, con la promessa che il tutto sarebbe servito per maturare uno sconto per l’acquisto dell’auto. Con questa iniziativa fu possibile aprire a Wolfsburg lo stabilimento Volkswagen – che tradotto significa “auto del popolo” -, dove veniva costruita la “Typ 1”, chiamata semplicemente “Volkswagen” essendo l’unica auto prodotta (i vari soprannomi giunsero successivamente). Equipaggiava un motore boxer raffreddato ad aria, montato posteriormente, ed era estremamente affidabile. Durante i test i tre modelli coinvolti riuscirono a superare i 50.000 km.

Produzione di massa del Maggiolino Volkswagen

Nel 1939, scoppiata la Seconda guerra mondiale, lo stabilimento venne convertito per la produzione bellica. Sulla base della Typ 1 vennero prodotti diversi mezzi bellici come la Kubelwagen (proposta addirittura in una versione inedita che utilizzava i gas emessi dal carbone dalla legna come combustibile, così da far fronte alla carenza di benzina che affliggeva la Germania); la Schwimmwagen, un mezzo anfibio dotato di trazione integrale e un’elica per muoversi in acqua; infine, la Kommandeurwagen, un mezzo che venne utilizzato in Russia.

Dopo la Guerra gli alleati presero il controllo dello stabilimento, che fu affidato a Ivan Hirst. Hirst cercò di rafforzare gli impianti in modo da raggiungere velocemente la quantità di auto mensili che rappresentassero il punto di equilibrio tra costi di produzione e ricavi. Ci riuscì nel ’46, quando a fine anno fu venduto l’esemplare #10.000. Successivamente la Volkswagen vide un periodo di crescita tale che nel ’49 viene prodotta la vettura #50.000, con l’introduzione poi di una versione Cabriolet, e la “Typ 2” (al quale abbiamo dedicato un articolo, che puoi trovare qui).

Vari modelli del Maggiolino dal 1938 al 1975

Negli anni ‘50 la Volkswagen amplia i suoi confini arrivando fino al nuovo continente, dove riscuote un enorme successo e viene ribattezzata “Beetle” dal New York Times. Passano solo cinque anni e nel ’55 viene raggiunto il milione di esemplari prodotti, così per festeggiare il traguardo viene proposta una inedita colorazione dorata. Nel corso del decennio vengono apportate molteplici migliorie e viene testata anche una versione con motore diesel, successivamente scartata a causa di prestazioni non all’altezza.

Volkswagen Maggiolino: dopo decenni inizia il declino

Verso la fine degli anni ’60 il Volkswagen Maggiolino cominciò a vedere i primi segnali di inesorabile declino. La Volkswagen, che aveva ancora come riferimento per le vendite la Typ 1, non riusciva a proporre nuovi modelli di successo. La ricerca di una degna erede culminerà nel 1974 quando la Golf, progettata da Giorgetto Giugiaro, prenderà il testimone e darà un nuovo slancio alla casa tedesca. Da quell’anno la produzione del Maggiolino si sposta dalla Germania al Messico, dove vede una nuova vita ed una produzione portata avanti fino al 2003.

Nel 1994 viene presentato un nuovo concept, che quattro anni più tardi prenderà vita come “Volkswagen New Beetle”. Il nuovo modello si pone l’obiettivo di riprendere le forme iconiche del Maggiolino, rielaborate però in una chiave più moderna e robusta. Il Nuovo Maggiolino esce di produzione nel 2019, ma chissà che la casa di Wolfsburg non abbia in mente di farlo rinascere con un animo green grazie alla famiglia di auto elettriche I.D..

Da sinistra: un 1950 Hebmüller Cabriolet, 1980 Beetle 1303 Cabriolet (ultimo esemplare costruito) e New Beetle Cabriolet. Di fronte: L’attuale Beetle Cabriolet.

Com’è fatto un Volkswagen Maggiolino

È difficile parlare di caratteristiche uniche del Maggiolino, vista la grande evoluzione tecnica che ha avuto nel corso dei decenni. Quello che accomuna tutte le versioni è la presenza di un motore boxer raffreddato ad aria e posizionato posteriormente a sbalzo, che negli anni ha subito incrementi di cilindrata e potenza. Sin dai primi tempi il Maggiolino presentava delle sospensioni indipendenti e nel 1967 vennero montate delle sospensioni con schema MacPherson. Nello stesso anno poi vennero sostituiti all’anteriore i freni a tamburo con freni a disco.

Il Cx del primo modello, grazie alle forme tondeggianti, era sorprendentemente basso per l’epoca, circa 0,41. Si alzò solo quando vennero introdotte delle modifiche estetiche che lo portarono a 0,47.

Qualche curiosità sul Maggiolino

Il Maggiolino è l’auto di serie più longeva della storia ed è l’unica che può galleggiare. Nel 1964 Alfonso Turtura e Bent Axel Schlesinger attraversarono lo Stretto di Messina a bordo di un Maggiolino facendo davvero poche modifiche. L’impresa venne ripetuta anni dopo dagli stessi protagonisti e nel 1973 Malc Buchanan decide di sfidare l’agitato Mare d’Irlanda a bordo proprio dell’auto tedesca.

Nel tempo il Maggiolino ha dovuto affrontare molte dure prove di affidabilità. Nel 1959 due Maggiolini percorsero con successo 100 volte l’autostrada del Sole, in modo continuo, alla velocità di 110 km/h e percorrendo 18.664km. Non contenti dello straordinario risultato i tecnici della Volkswagen vollero continuare il test portando la velocità di crociera a 130 km/h, con il motore costantemente fuorigiri di 500 rpm: uno dei due maggiolini riuscì ad arrivare a percorrere altre 100 volte l’autostrada. E sempre sul tema affidabilità segnaliamo che un Maggiolino, in America, ha superato i 2 milioni di km.

La Volkswagen nel 1961 dovette pagare un risarcimento milionario alla Tatra a causa di alcune violazioni di brevetto che vennero usati nel Maggiolino.

Molte sono state le apparizioni ad Hollywood. Oltre al famoso “Herbie”, protagonista di una catena di film, lo vediamo anche in Transformes nel ruolo di Bumblebee e in tanti altri film. Questo attesta la grande influenza mediatica che ha raggiunto negli anni il Maggiolino.

il Maggiolino “Herbie”

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