Le auto elettriche producono rifiuti

L’impennata di interesse, sviluppo, commercializzazione e vendita di auto elettriche ha creato un nuovo scenario per il futuro. Una visione fatta di auto che non emettono rumore e che – localmente – non emettono CO2. Ma le auto elettriche non sono veramente green, o almeno bisogna prendere alcuni accorgimenti per farle diventare davvero rispettose dell’ambiente. Il primo discorso riguarda la produzione dell’energia che ricarica il pacco batterie, che deve provenire da fonti rinnovabili. Se non è così la produzione di gas inquinanti semplicemente viene spostata (e aumentata) altrove. La seconda è la produzione ed il riciclo delle batterie.

Il riciclo batterie di auto elettriche è già una realtà

Abbiamo già parlato di come Volkswagen pensi di riciclare le batterie di auto elettriche nell’impianto di Salzgitter (Il riciclo delle batterie per auto elettriche: realtà tra qualche anno), ma è il caso di tornare sul tema. Sempre la firma tedesca ha pubblicato dati su come ricicla le batterie grazie al processo LithoRec. Questo è un processo già attivo e che ha visto gli albori ormai quasi una decade fa, ma che oggi si dimostra quantomeno attuale.

Si parla di riciclo batterie quando non hanno più una “vita utile”

Partiamo da una domanda: “quando si riciclano le batterie? La risposta è semplice, quando non hanno più una vita utile e non possono essere assegnate ad un nuovo scopo. Quando le batterie delle auto elettriche vengono smontate dal veicolo non si riciclano direttamente, ma vengono riutilizzate per altri scopi. Principalmente si punta ad accumulatori per robot di fabbriche oppure come riserva di carica per edifici. Solo quando l’efficienza è così bassa da non poter servire per questi scopi secondari si passa al riciclo.

Si recuperano molti metalli, dal litio al nichel

Il processo di riciclo batterie prevede che le componenti vengano smontate e separate da tutte le parti in alluminio, rame e plastica. Queste vengono riciclate in separata sede o subito riutilizzate, ma ciò che interessa è il “cuore” del sistema: i moduli. Questi vengono schiacciati e viene sfruttato l’elettrolita liquido che ne fuoriesce per creare una massa umida di metalli. Successivamente vengono fatti asciugare, ottenendo una polvere nera dalla quale separare poi tutti i metalli singoli, attraverso processi chimici. Tutto questo porta alla possibilità di riutilizzarli al pari di componenti nuove. Litio, manganese, nichel, cobalto e grafite trovano nuovamente il loto posto nella catena produttiva.

Intanto facciamo anche un salto indietro, perchè qui parliamo di come StoreDot ha proposto batterie che si ricaricano in pochi minuti: Batterie per auto elettriche: StoreDot le fa ricaricare in cinque minuti.

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