In uno degli scorsi articoli parlammo dei test su strada di una possibile nuova icona Ferrari (ne parliamo qui: Ferrari Icona: scheda tecnica e prime immagini del nuovo modello). A pochi giorni da quell’articolo è stata presentata la nuovissima Ferrari Daytona SP3, figlia di una scheda tecnica del tutto invidiabile.



Ferrari Daytona SP3 e la mitica tripletta a Daytona 67″
Prima di parlare di storia però dobbiamo soffermarci sul significato di “icona” e cosa questa parola rappresenta nel panorama Ferrari. Le icone vanno a richiamare quelle che sono state le vetture del cavallino più vincenti e famose in ambiente motorsport. Come già visto qualche anno fa con la SP1 e SP2, si va a rendere omaggio, in chiave moderna, a vetture del passato, in quel caso alle barchette come la 166MM,
Il contesto in cui si posiziona la Ferrari Daytona SP3 invece è quello di una gara in particolare, la 24 ore di Daytona del 1967. All’epoca il direttore del reparto sportivo Ferrari era Mauro Forghieri e in quell’occasione il suo team conquistò una tripletta storica proprio contro i rivali dell’epoca, Ford, decisamente “a casa loro”. La vittoria venne ottenuta da una 330 P3/4, una 330 P4 e una 412 P. All’epoca queste tre vetture non solo erano affidabili ma portavano lo studio aerodinamico e telaistico su altri livelli.



Linee storiche reinterpretate in chiave moderna
La 330 P4 è forse una delle vetture più affascinanti che siano mai state costruite. Andare a miscelare quelli che sono gli standard moderni, le regolamentazioni varie con quelle linee sinuose non è affatto facile. Flavio Manzoni si è preso la responsabilità di questa sfida ed è riuscito ad unire tutti questi elementi con grande maestria. Gli elementi che richiamano la 330 e altri modelli iconici non sono pochi, ma uno dei più evidenti è il grande parabrezza a cupola. Non solo rende l’auto molto più morbida nelle sue linee, ma rende l’abitacolo anche molto più avvolgente.



Sul posteriore però c’è una richiamo speciale ad un modello che mai è nato ufficialmente, quello che avrebbe dovuto sostituire la 330 P4, la 250 P5 Berlinetta Speciale. Il posteriore quasi futuristico ricorda molto le auto di qualche film fantascientifico, è la perfetta rappresentazione moderna di quello che doveva essere il posteriore della 250 P5.



La scheda tecnica della nuova Ferrari Daytona SP3
Una vettura che vuole richiamare le grandi auto da corsa V12 che hanno fatto la storia Ferrari deve avere prestazioni all’altezza. Il grandissimo lavoro fatto sull’aerodinamica e il motore preso dalla 812 Competizione (ne parliamo qui: Ferrari 812 Competizione: parola d’ordine V12) la rendono una degna erede.
Partiamo dal propulsore, il V12 più potente mai montato su una Ferrari stradale. E’ un 6.5L aspirato da 840cv, 10 in più rispetto la Competizione, con un regime massimo di giri che tocca i 9500rpm. L’aspirazione e lo scarico sono stati rivisiti per donare un sound unico a questa vettura. Gli scarichi posizionati quasi al centro del paraurti posteriore hanno permesso l‘adozione di un fondo molto più generoso, tutto a favore di flussi aerodinamici.



Il telaio è un monoscocca in fibra di carbonio e nonostante le dimensioni mastodontiche, 2 metri di larghezza per quasi 5 di lunghezza, il peso è poco inferiore ai 1500KG, con un rapporto peso potenza di 1,77kg/cv.
L’aerodinamica migliore senza rovinare le linee
Aerodinamica, una parola magica che racchiude studi, test e finezze tecniche che possono rendere una vettura piacevole e velocissima o farti sentire come in una cabina telefonica con un leone.
Ferrari non hai mai amato appendici aerodinamica esagerate, come per esempio Porsche con la 911 GT3, non per ragioni tecniche ma per non andare a rovinare la sinuosità delle linee con “volgari alettoni”. Per la SP3 la musica non cambia. Hanno infatti usato l‘aerodinamica passiva più efficace mai vista su una vettura stradale. La scelta di non installare appendici attive come sulla SF90 o La LaFerrari è figlia di un voler mantenere intatto il vero spirito dell’auto.



Anche i particolari aerodinamici richiamano auto del passato, come per esempio, le superfici delle porte (ad apertura verticale) che sono ispirate alla Ferrari 512 S del 1970 e aiutano a gestire i flussi provenienti dai vani ruota. Le lamelle sul frontale, gli specchietti , l’adozione del “cofango” ovvero di un pezzo unico che unisce paraurti posteriore e cofano motore, rendono la SP3 una vera auto da corsa. Da citare è il finissimo studio dei “camini” sul fondo, che fanno comunicare i flussi della parte inferiore della vettura con quella superiore. Tutto ciò per creare un miglior equilibrio aerodinamico e generare più downforce.



Interni legati al passato ma con lo sguardo al futuro
Ovviamente con una cura ai dettagli maniacale come questa , gli interni non sono banali. Partendo dal rivestimento dei sedili che ricorda quelli delle vecchie sport prototipo, passando per la posizione di guida, è tutto gestito al meglio per far sentire chi la guida avvolto e tutt’uno con l’auto. Anche se la plancia è abbastanza minimalista, fa capire il vero senso dell’auto e si lega benissimo con l’interfaccia digitale, che ricorda sì il bisogno di essere legati al passato ma sempre con lo sguardo al futuro.



La Ferrari Daytona SP3 non è una semplice auto da appassionati con i conti in banca pieni, ma è una vettura che va capita e apprezzata in ogni sua vite, è una vettura che ha un’anima che proietta ai giorni nostri tutto il cuore, la passione e l’ingegno che gli uomini Ferrari hanno impiegato per raggiungere quelle vittorie e per questo va rispettata.
E voi che ne pensate? Quale potrebbe essere la prossima icona Ferrari? Fatecelo sapere sui nostri social!!
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