Il mondo del motorsport degli ultimi anni è spoglio di novità. Ormai in pochi osano e ancor meno vengono lasciati osare. Ma lo si sa, per vincere i campionati bisogna osare e scommettere su soluzioni a cui nessuno ha mai pensato o che non ha mai avuto il coraggio di inseguire.
Qualche mese fa Peugeot ha annunciato il suo nuovo programma per il WEC. Per i meno esperti, il WEC è il Campionato del Mondo Endurance. Campionato che comprende anche la mitica 24h di Le Mans. Peugeot non è nuova alla categoria, infatti già vinse anni fa nella classe regina. Ma ora con i nuovi regolamenti ha deciso di rientrare. E diciamo che non ha voluto fare le cose nel modo più semplice, tanto che ha presentato un’innovativa vettura senza ala posteriore. Da ricordare che anche Ferrari per le sue vetture stradali segue questa filosofia: il Cavallino odia rovinare le linee delle proprie vetture con “volgari alettoni”. Ne è una prova la nuova SP3 (ne parliamo qui: Ferrari Daytona SP3: scheda tecnica della nuova icona di Maranello).
Oggi vi parleremo delle tecnica che si cela dietro la Peugeot 9X8.
Un’auto da corsa senza alettone?
I primi render della vettura hanno lasciato un po’ tutti perplessi. Non si vede spesso una vettura da corsa senza ala posteriore, soprattutto se è una vettura che sfreccia a 300km/h e ha la velocità di percorrenza curva di una vettura formula.
Ma partiamo dalle basi, portanza e deportanza, senza complicarci la vita e dicendo le cose nel modo più semplice. Due fenomeni opposti: la prima permette agli aerei di volare; la seconda invece, consente alle vetture da F1 per esempio, di percorrere l’Eau Rouge a tavoletta.
Nelle vetture racing la deportanza è generata dalle varie appendici aerodinamiche poste sul veicolo e spesso la rottura di una di queste causa un notevole calo dell’efficienza in curva della vettura. Nel motorsport si parla di piste ad alto e basso carico. Vuol dire che una pista piena di curve e con pochi rettilinei richiede di generare un grande carico aerodinamico sulle ali, per permettere al pilota di andare il più veloce possibile in curva. Un esempio classico di questo tipo è Imola. Le piste a basso carico invece, sono quelle piste dove non si richiede un’alta velocità in curva bensì una velocità elevata in rettilineo. Monza o Baku rientrano tra queste.


Come funziona l’aerodinamica della Peugeot 9X8
Non avendo un’ala, il carico aerodinamico deve essere generato da qualcos’altro. Il regolamento WEC obbliga le case a rispettare un carico aerodinamico massimo. In Peugeot sono riusciti a raggiungere questo limite lavorando soprattutto sul fondo e sulle forme della vettura. Praticamente l’intera auto si comporta da ala, creando deportanza specialmente dalla parte inferiore. Nella parte posteriore però si ha una grossa “cresta” che si sviluppa su tutto il cofano motore. Si tratto di uno stabilizzatore, che serva a rendere più stabile l’auto durante cambi di direzione a velocità sostenute e non solo.


Negli ultimi test che l’auto ha svolto si sono viste due nuove appendici aerodinamiche sulla parte posteriore. Probabilmente l’aria proveniente da sotto la vettura fuoriesce dai grandi sfoghi posti sulle ruote e va a generare carico passando per queste due piccole appendici.


La meccanica della Peugeot 9X8
Il regolamento hypercars consente l’utilizzo di una parte ibrida in aiuto al motore termico tradizionale. Il motore scelto dalla casa del leone per la sua nuova vettura è un V6 a 90°, biturbo da 2,6L, che svilupperà 680Cv tutti scaricati sulle ruote posteriori. Sull’anteriore invece troviamo un motore elettrico da 272cv. Il tutto abbinato ad un cambio a 7 rapporti.


Per quanto riguarda le dimensioni di certo non è una vettura che passa inosservata. Con una lunghezza di 5m e una larghezza che supera di poco i 2, la 9X8 si farà facilmente notare dai piloti delle GTE.


Un design degno di Peugeot
Negli ultimi anni la casa francese ha dato una lezione di design un po’a tutti i marchi, anche i più blasonati. Le linee futuristiche delle sue auto, gli interni curati, semplici ma che danno quel senso di armonia e modernità. Tutto ciò si rivede in tutti gli angoli della 9X8. Gli enormi gruppi ottici sia posteriori che anteriori che ricordano gli artigli del leone, diventati un po’ il marchio di fabbrica di Peugeot. Gli interni dov’è stato applicato il concetto di i-Cockpit, disegnato per favorire l’intuitività e l’ergonomia dei piloti. Tutto ciò ha permesso alla Peugeot 9X8 di aggiudicarsi il Gran Premio della più bella Hypercar dell’anno in occasione della 37esima edizione del Festival Internazionale dell’Automobile.


Sono 50 anni che un’auto senza alettone non vince la 24h di Le Mans: sarà un ritorno in grande stile per Peugeot nella classe regina? Di una cosa siamo sicuri, a noi appassionati piace chi osa e Peugeot ci ha regalato un bel pezzo d’arte su ruote.
E voi cosa ne pensate? Sarà una cosa rivoluzionaria o un grandissimo e costosissimo flop? Fatecelo sapere sui nostri social!!
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