La magistrale, piccola, storica Lotus Elise
Chi ama le auto ed il mondo dei motori non può non apprezzare il brand Lotus. Ha fatto (e continua a fare) la storia, accendendo il cuore di milioni di appassionati in tutto il mondo. E chi ama Lotus non può non mancare un colpo con la Lotus Elise. Era il 1996 quando vide la luce un’auto destinata a far parlare di sè. La filosofia tanto cara a Colin Chapman, secondo la quale il rapporto peso/potenza era da prendere in seria considerazione cercando di ridurre quanto più possibile proprio il peso, trovò una delle massime espressioni dell’epoca proprio con la piccola due posti, che in effetti non aveva una potenza elevata. Solo 120 cv a spingerla, ma eccezionalmente avvertibili e godibili grazie proprio al peso contenuto. Pensate che il telaio in alluminio pesava, in totale, solo 68 kg.
A proposito di telaio di Lotus Elise…
Proprio il telaio è il fulcro della nostra attenzione. In alluminio, senza saldature ma che vede i pezzi – prima anodizzati – incollati tra loro con resina epossidica e capace di una rigidità torsionale di 11.000 Nm per grado, è stato un gioiello di ingegneria. Di fatto è stato usato come base di partenza per numerose auto dopo la Lotus Elise. Vediamo quali.
Lotus, Lotus e ancora Lotus


In Lotus avevano un telaio formidabile tra le mani, quindi lasciarlo solo sulla Lotus Elise sarebbe stato un peccato. Diede così vita ad un’altra serie di auto, tutte molto particolari ma, soprattutto, sempre più potenti. La Lotus 340R è il primo esempio, con una potenza di 340 cv su tonnellata. Carrozzeria in vetroresina in un unico blocco e aggressiva come non mai. Dopo di lei la famiglia Lotus Exige ha beneficiato di questo magico telaio: Lotus Exige S1, S2 e V6, ma anche la Lotus 2-Eleven ha avuto la stessa base costruttiva. Come vedete cambiano gli anni ma lo “scheletro” è sempre quello. Squadra che vince non si cambia anzi si diffonde ad altri brand: Opel è uno di questi, che ne ha beneficiato per la Opel Speedster.
Rielaborazioni in chiave elettrica


Il telaio della Lotus Elise però non è servito solo per auto con motore termico tradizionale, perchè è stato scelto anche per realizzare auto elettriche. Il suo essere compatto, molto rigido e soprattutto leggero – chiave di lettura fondamentale per un’auto elettrica – l’hanno reso adatto allo scopo. Così la Tesla Roadster è quindi nata su questo telaio in alluminio, una delle prime elettriche figlie di Elon Musk. Allo stesso modo anche la Dodge Circuit EV ed in tempi più recenti la Detroit Electric SP.01 (anno 2016) sono intimamente e indissolubilmente legate con la piccola Lotus degli anni ’90. E sempre di elettrica si parla, ma in chiave ancora più curiosa, c’è anche la Rinspeed sQuba: piccola auto anfibia capace di viaggiare su terraferma, sul pelo dell’acqua e, soprattutto, sott’acqua.
Andiamo oltre i 400 km/h


Chiudiamo questo articolo con il gran finale. Se da un lato la Lotus Elise poteva vantare solo 120 cavalli, alla Hennessey hanno pensato di stravolgere tutto e far vedere che quel telaio sarebbe stato capace di reggere potenze leggermente superiori. Nacque la Hennessey Venom GT, un mostro da 1.262 cavalli e capace di sfrecciare fino a 425 km/h. Un’auto piccola – ovviamente opportunamente allargata e migliorata aerodinamicamente, ma pur sempre piccola – capace di tale velocità.
Chissà se in futuro ne vedremo altre!
Lotus Elise originale del 1996. Il suo telaio in alluminio è stata base di partenza per numerose auto La Tesla Roadster L’auto anfibia Rinspeed sQuba sott’acqua Nei primi anni 2000 anche la Opel Speedster vide la luce La Lotus Exige S2, una delle Exige più estreme Con una carrozzeria a pezzo unico la Lotus 340R è un’arma da pista La Detroit Electric SP.01 basata sul telaio della elise Anche la Dodge si è lanciata a produrre un’auto su base Lotus Elise: Dodge Circuit EV La Hennessey Venom GT è l’auto più estrema tra quelle che hanno usato il telaio Lotus Anche la Lotus 2-Eleven basa il suo telaio su quello della Elise
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