La Porsche 959 venne pensata nel 1981 da Porsche per entrare nel mondo dei rally, più precisamente nella categoria regina, le gruppo B. Per questo scopo venne progettato un prototipo e presentato nel 1983 al salone di Francoforte. Ma come la storia ci insegna, con il forte disappunto di tutta la schiera di appassionati mondiali, a causa dell’elevata pericolosità delle Gr.B nel 1987 vennero sostituite dalle gruppo A. La casa di Stoccarda non mise però da parte tutto il lavoro fatto, anzi lo usarono per dominare due delle gare più importanti nel panorama automobilistico.
Oggi vi parleremo della Porsche 959, l’auto più veloce del mondo fino al 1987, capace di vincere la Dakar e Le Mans nel corso dello stesso anno.
La nascita della Porsche 959
Come già detto, il progetto 961 era stato pensato per l’approdo nel mondo dei rally, l’accesso ai quali era subordinato alla costruzione di una versione stradale del modello. Per ottenere l’omologazione da parte della FIA, infatti, bisogna costruire almeno 200 esemplari stradali. Nasce così la Porsche 959 vera e propria, prodotta dal 1986 al 1988 in 292 esemplari.


Per molti è la prima vera supercar, la prima che ti permetteva di andare al massimo ma anche in sicurezza. La grande cura ai dettagli e l’incredibile tecnologia usata la rendevano veloce e sicura in tutti i contesti. Insomma una forte dimostrazione di know-how da parte della firma di Zuffenhausen.
La tecnica della 959 stradale
Porsche con la 959 introdusse tantissime novità tecniche. Partendo dalla dinamica, l’auto dispone di innovative sospensioni a controllo elettronico, con la possibilità di modificare rigidezza e altezza da terra. Sono presenti sospensioni a quadrilateri sui due assali con doppio ammortizzatore Blisten per ogni ruota. La trazione è integrale (Porsche-Steuer Kupplung) con tre differenziali, che dialogano con l’avanzato sistema ABS per offrire prestazioni migliori. I cerchi da 17 pollici in magnesio montavano di serie pneumatici run flat e c’è da puntualizzare che questa fu la prima auto a segnalare perdita di pressione negli pneumatici direttamente sul cruscotto. Il conducente poteva anche scegliere varie condizioni di marcia tra bagnato, asciutto o neve direttamente dall’abitacolo, Così facendo la coppia veniva ripartita diversamente dai differenziali, in base alla modalità di guida impostata.


Il motore è un 6 cilindri boxer 2850cc, limite massimo di cilindrata per i motori turbo per il gruppo B, con le sue interessanti novità tecniche. Dalle testate raffreddate ad acqua, ai due turbo controllati elettronicamente, bielle in titanio e le quattro valvole per cilindro a regolazione idraulica. La centralina era in grado di escludere uno dei due turbo ai bassi giri per renderlo poi disponibile quando si voleva la massima potenza, per giunta con una pressione insolitamente elevata, più di 2 bar. Il motore raggiungeva potenze fra i 450cv e i 515cv per la versione “sport“, accoppiato ad un cambio manuale a 6 marce, il primo a sei rapporti montato su una vettura stradale. Una chicca fu un rapporto aggiuntivo, chiamato “G“, per l’utilizzo fuoristrada. In realtà fu aggiunto anche per superare i test di rumorosità per l’omologazione.
L’auto più veloce del mondo
Con uno scatto 0-100 compreso fra i 3,7 e 3,6 secondi e una velocità massima di 314km/h, divenne l’auto più veloce del mondo. Nel 1987 però, la Ferrari F40 le rubò questo primato, con una velocità di 324km/h. Da puntualizzare una cosa: venne presentata una versione “s” o “sport” che toglieva circa 100kg dalla bilancia e raggiungeva i 515cv. Una versione estremizzata, senza sospensioni elettroniche, sedili posteriori, condizionatore e tanti altri piccoli dettagli. Questa versione molto spartana era in grado di raggiungere i 340km/h. Negli anni successivi arrivò la Bugatti EB110 e conquistò il record con 350km/h.


Porsche e la Dakar
Nel 1984 Porsche decise di partecipare alla Dakar con la 953. Basata sulla 911 e con la trazione integrale ideata per la 959, il progetto nonostante fosse una grande scommessa diede i suoi frutti e una delle tre Porsche schierate riuscì a vincere la prestigiosa gara.


Per far capire il valore del progetto 959, nel 1985 Porsche decise di presentarsi alla Dakar con il nuovissimo modello. Nonostante i tre equipaggi di altissimo livello schierati, nessuna delle vetture arrivò alla fine. Il motore, derivato dalla versione stradale ma senza turbo, peccava di potenza e il resto dell’auto era troppo fragile per la durissima gara africana. Nel 1986 però arrivò il riscatto. Il motore tornò bi-turbo, la potenza fu limitata a 400cv per renderlo affidabile nonostante le benzine di scarsa qualità, il telaio e le sospensioni furono rinforzati e il serbatoio fu portato a 330L. Arrivò non solo la vittoria finale, ma tutte e tre le vetture finirono la gara. Una doppietta, primo e secondo posto e un sesto posto per la terza vettura.


La vettura, nonostante le modifiche, era praticamente una versione “S” leggermente elaborata. Aveva anche l’ABS e nonostante il peso maggiore e la cavalleria inferiore era in grado di raggiungere i 242km/h.
Porsche 959 a Le Mans 1986
Nel corso dello stesso anno si decise di competere anche in alcune gare su pista, tra queste la 24h di Le Mans. La categoria scelta per omologare la vettura fu la IMSA-GTX. Questa classe permetteva molta libertà ai costruttori e così facendo Porsche ebbe la possibilità di usare la trazione integrale e anche l’ABS. L’auto omologata per la categoria prendeva il nome di 961. Era praticamente una 959 sotto steroidi, con un motore potenziato e carrozzeria allargata. Il motore strettamente imparentato con quello della versione stradale differenziava per il posizionamento dei turbocompressori, in questo caso in parallelo e non sequenziali e con una pressione aumentata fino a 2,25 bar. Lo scarico realizzato in acciaio inox perdeva i silenziatori e la superfice interna dei cilindri fu realizzata in un materiale apposito per abbassare l’attrito. La potenza con queste elaborazioni salì a 640 cv e nel 1987 a 680 cv. La coppia si aggirava sui 630 Nm.


La trasmissione rimase quella di serie, ma con rapporti allungati fino ad una velocità teroica di 400km/h. L’impianto frenante derivava dai prototipi Porsche che correvano nel gruppo C. I cerchi da 17, sempre in magnesio, erano predisposti per il monodado e montavano pneumatici da 280mm. La velocità massima anche grazie al bassissimo coefficiente di resistenze aerodinamica era di 340km/h.
Risultati sportivi
Nell’anno del debutto a Le Mans, il 1986, la 961 riuscì a vincere nella propria categoria con un settimo posto assoluto. L’anno dopo purtroppo un guasto meccanico dopo 17 ore infranse i sogni di gloria. L’elevato costo di acquisto e di gestione della vettura non la rese abbastanza popolare per i team privati, per questo motivo nel 1987 si chiuse la sua storia agonistica.
La doppia anima della 959, la vettura capace di essere guidata da tutti, ma di andare forte fra le mani di pochi eletti. La “prima” vera supercar, tecnologica, veloce e meravigliosa. Un progetto talmente valido da essere imbattibile su qualsiasi terreno. Forse meglio della F40?
E voi che ne pensate della Porsche 959? Merita l’appellativo di prima vera supercar? Fatecelo sapere sui nostri social!!