Con il mondo dell’auto che evolve velocemente la nuova Ford Kuga Hybrid non vuole essere da meno. Ha cambiato radicalmente la sua veste, la tecnologia e le dimensioni, così da abbracciare un pubblico ampio e soddisfare le esigenze di una vastità di clienti. Forse anche più di quanti si possa immaginare.
Vecchia Ford Kuga? Fatti da parte!

Di fatto la nuova Ford Kuga guadagna centimetri in lunghezza ed altezza, perchè si impone con 89 mm in più in lunghezza e 44 mm in larghezza. Roba mica da poco, quasi da cambio di segmento, tanto che fa capire l’idea di Ford dietro la progettazione della nuova Kuga: spazio, comfort, abitabilità. D’altronde basta pensare che nonostante i 6 mm in meno in altezza lo spazio per i passeggeri è addirittura aumentato! Vero che l’aumento di passo di 20 mm contribuisce principalmente a questo aumento, ma fa sempre piacere essere ospitati a bordo in modo comodo. A proposito di spazio sappiate anche che il bagagliaio ha un volume modulabile che arriva fino a 645 litri, merito della fila di sedili posteriori che può slittare in avanti di ben 1.035 mm, tanto per preferire più lo spazio a bordo o quello per il bagagliaio. Comodo senza dubbio, anche perchè è capitato di caricare lunghe mattonelle che senza traslare in avanti i sedili non ci sarebbero mai entrate. Chapeau!
Dentro la parola d’ordine è una: praticità

A bordo della nuova Ford Kuga EcoBlue Hybrid tutto fa pensare ad un’auto estremamente pratica. Lo spazio per tutti i passeggeri, la disposizione dei comandi e gli aiuti. D’altronde gli interni Ford sono sempre stati rinomati per non proporre nulla di ciò che si ritiene “superfluo” ma offrire il necessario per affrontare le insidie della vita quotidiana. La Ford Kuga non è da meno ed anzi eleva questo concetto: i portaoggetti sono ben distribuiti, i portabicchieri sul tunnel centrale hanno la regolazione per alloggiare oggetti più o meno grandi, il bracciolo ha una comoda tasca interna e così via. Non bisogna temere nemmeno il freddo, perchè i sedili sono riscaldati così come anche il volante, e per non far mancare niente Ford ha proposto per la prima volta il riscaldamento anche per i sedili posteriori. Peccato solo che il modello in prova non avesse la strumentazione completamente digitale da 12.3 pollici ma al suo posto era presente la più classica mista analogica/digitale. Ci siamo accontentati senza problemi ed anzi abbiamo apprezzato la semplicità, seppur con la remora di non poter visualizzare lo stato di funzionamento del sistema ibrido, non essendoci indicazioni nè sul recupero energia nè sulla potenza fornita dal motorino elettrico.
ADAS di tutti i tipi: spazio alla sicurezza

Dire che la Ford Kuga 2020 sia un’auto semplice e che bada al sodo non significa dire che sia un’auto poco incline alla sicurezza ed all’elettronica. Anzi, tutt’altro! Oggi i sistemi di assistenza alla guida, gli ADAS, sono un equipaggiamento imprescindibile su qualunque auto, che ne migliorano l’efficienza ma soprattutto la sicurezza, sia nostra e dei nostri cari sia di tutto il resto dell’utenza stradale. A bordo della Kuga abbiamo quindi trovato un’elettronica piuttosto avanzata: cruise control adattivo, monitoraggio angolo cieco degli specchietti, frenata d’emergenza, riconoscimento dei segnali stradali, mantenimento di corsia e abbaglianti automatici sono solo alcuni degli assistenti elettronici che ci hanno accompagnato durante la prova, così come anche la capacità di parcheggiare in automatico oppure – per chi preferisce il parcheggio in manuale – telecamere di parcheggio anteriori e posteriori che restituiscono immagini di ottima qualità. Il risultato? Funzionano tutti molto bene e soddisfano le richieste dell’utenza quotidiana, senza remore ed anzi con un buon feeling e intuitività: non c’è bisogno di una laurea per comprenderli ed usarli ma si fanno capire piuttosto bene fin da subito. Insomma si ha l’idea di avere tutto sotto controllo in ogni situazione (o almeno che la Kuga abbia tutto sotto controllo in ogni situazione), quindi la guida è rilassata e oltremodo piacevole. Questo fa parte del comfort, no?
Un po’ diverso il discorso sul piano infotainment. La nuova Kuga vanta il sistema Sync 3, la terga generazione del sistema montato dal brand dell’Ovale Blu, che svetta sul display da 8 pollici montato al centro della plancia. Il touchscreen è piuttosto veloce nel rispondere al comandi impartiti dal tocco, ma se dovessimo trovare il pelo nell’uovo del sistema è l’interfaccia grafica. Potrebbero aggiornarla un po’, che il layout è…vecchio stampo.
Prova su strada Ford Kuga Hybrid

E siamo giunti al momento clou della prova, quel momento che tutti aspettavamo e che mette sotto la luce del sole una chiara domanda: come va la nuova Ford Kuga?
Se dovessimo mettere l’accento su qualcosa al primo posto, questo è senza ombra di dubbio il motore ibrido. Non per il fatto stesso di essere ibrido, ma perchè è un ibrido diesel. Solitamente infatti i motori ibridi hanno una parte elettrica ed una termica alimentata a benzina, mentre questa Kuga ha la parte termica alimentata a gasolio. Questo significa un doppio risparmio, perchè si abbattono i consumi grazie al supporto dell’elettrico e si abbattono i costi quando fate rifornimento alla pompa. Si tratta comunque di un Mild Hybrid, quindi ha un semplice motorino elettrico che aiuta il motore termico nelle fasi di maggiore carico, ma non può viaggiare esclusivamente in elettrico. Se volete anche questa possibilità c’è bisogno di rivolgersi ai modelli full hybrid o ibride plug-in.
L’accoppiata del quattro cilindri 2.0 diesel e del motorino elettrico sembra azzeccata. I 150 cavalli sono sufficienti per muovere l’auto senza troppe velleità sportive – cosa che per inciso non ci aspettiamo da un’auto che vuole essere una familiare tuttofare o un valido aiuto per rappresentanti e viaggiatori – mentre la risposta al pedale acceleratore è quasi immediata, e questo è merito della parte elettrica. Non ci sono situazioni nelle quali la Kuga si trova in vera e propria difficoltà, perchè in pratica è adatta a fare tutto nonostante la versione EcoBlue Hybrid abbia in opzione la sola trazione anteriore ed il solo cambio manuale a 6 rapporti. Vi potete addentrare nel caos cittadino così come lanciarvi in una endurance di un migliaio di chilometri, lei vi accompagnerà senza remore ed anzi con una certa comodità dei sedili, adatti ad accogliere anche persone di taglia abbondante. Stessa comodità la troviamo proprio nel cambio manuale citato più su, forte di una leva che ti aiuta ad innestare il rapporto successivo senza impuntamenti e senza esitazioni. Manca la ruvidità tipica dei manuali meccanici, ma quello è un appannaggio di auto più sportiveggianti, mentre qui le sensazioni sotto al palmo sono un po’ più filtrate ma comunque solide e sicure.
Adesso passiamo ad un pregio e poi subito ad un difetto, o almeno ad un giudizio sufficiente. Nel primo caso le sospensioni, molto lineari e progressive nell’assorbire ciò che la strada ha deciso di presentarvi sotto le ruote, nonostante i cerchi da 18″ del modello in prova, e quindi artefici di un buon confort di bordo ed un ondeggiamento della carcassa tutto sommato limitato; nel secondo caso l’impianto frenante è dimensionato per non essere strizzato all’impazzata e frena i 1.605 kg a secco – dato riportato sul libretto di circolazione – in uno spazio accettabile.

Prezzo Ford Kuga ibrida
Per portarsi a casa la nuova Ford Kuga EcoBlue Hybrid si parte da un prezzo di listino – chiavi in mano – di 32.000 euro. Ovviamente con gli incentivi del caso, essendo un’auto ibrida, si può cominciare a scendere di diverse migliaia di euro.
Ricordate che la prova video della nuova Ford Kuga EcoBlue Hybrid la trovate anche in video direttamente qui sotto. Buona visione, godetevi lo spettacolo e…non dimenticate di iscrivervi al canale!
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Pubblicato da Claudio Anniciello
Guido, mi diverto, ve lo racconto. Nato come collaudatore prototipi, votato al giornalismo auto e appassionato di tutto ciò che può essere guidato. Nel weekend pilota/istruttore in pista su supercar, in settimana Collaudatore/Youtuber/Filmaker/troppe cose. Non guido quando dormo perché non posso. Non ancora, almeno. Mostra tutti gli articoli di Claudio Anniciello
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