Si è tenuta oggi la conferenza di Volvo sul tema della Guida Autonoma e dell’etica a essa collegata. L’evento si è tenuto online sui social della casa automobilistica svedese e ne hanno preso parte importanti figure del settore:

  • Guido Calabresi, Professore Emerito nella Law School della Yale University – Senior Judge U.S. Court of Appeals for the Second Circuit, in collegamento web
  • Enrico Al Mureden, Docente di Diritto Civile e di Product Safety, Product Liability and Automotive presso l’Università degli Studi di Bologna
  • Michele Crisci, Presidente Volvo Car Italia
  • A moderare il tutto abbiamo visto Gian Luca Pellegrini, Direttore di Quattroruote

Le nuove frontiere dell’auto

La conferenza è iniziata con un tema subito caldo: le nuove frontiere dell’automobilismo. Queste sono l’elettrificazione, la guida autonoma e lo sharing. Per quello che riguarda l’elettrificazione delle auto, siamo già molti passi avanti, ma tanto lavoro è ancora da fare. Per i temi dello sharing e della guida autonoma, invece, ci sono da fare dei discorsi a parte. Infatti, un po’ tutte le novità vengono prese con una certa titubanza ed è infatti dovere delle case automobilistiche creare una adeguata rete di informazione. Per quello che riguarda lo sharing, molte persone trovano difficile l’idea di non avere un’auto di proprietà e nel caso di usarne una “condivisa“. Per quello della guida autonoma, invece, ci si è visti di fronte a una sorta di rallentamento, dovuto a diverse cause che gli eminenti ospiti hanno analizzato.

La guida autonoma e le sue sfaccettature

Per prima cosa bisogna analizzare cosa vuol dire avere un’auto con la guida autonoma. Un’auto che si definisca tale deve avere dei sistemi che riescano a sostituire la presenza umana per una o più operazioni. Detto questo quindi dobbiamo distinguere i sistemi di guida assistita, che prevendono comunque l’intervento umano, dai sistemi di guida autonoma. Il livello di autonomia delle automobili è un valore che va da 1 a 4, dove quest’ultimo rappresenterebbe una guida completamente autonoma. Al momento a livello tecnologico stiamo passando da un livello 2 a un livello 3, nel quale i veicoli hanno diversi sistemi che permettono una certa autonomia, ma sempre sotto il controllo vigile del conducente che deve avere la possibilità di intervenire.

Dopo questa premessa si è posto l’accento su come il raggiungimento del livello 4 potesse portare enormi vantaggi alla sicurezza. Questo perché il tema della sicurezza è un tema che è sempre stato caro a Volvo.

La difficoltà a implementare dei sistemi così autonomi non deriva tanto da limiti tecnologici quanto più infrastrutturali e sociali. Infatti, esiste già la tecnologia adeguata, ma come nel caso delle auto elettriche, non c’è una infrastruttura adeguata a sostenerla. Le eventuali auto a guida autonoma non avrebbero problemi a funzionare in un ambiente adeguato. Diversamente, i problemi cominciano quando i veicoli a guida autonoma non hanno modo di potersi interfacciare adeguatamente con le strade o con gli altri veicoli. Questi ultimi, magari senza nessun sistema di guida autonoma, potrebbero risultare imprevedibili. Allora i sistemi di guida autonoma devono avere la capacità di gestire anche queste situazioni e lo sviluppo di tutto questo non sarà purtroppo immediato.

Se pure un produttore lanciasse un’auto a guida autonoma, in questo momento, si troverebbe fuori contesto e non potrebbe esprimere le sue potenzialità“, ha detto Enrico Al Mureden.

La nuova etica dell’auto in vista della guida autonoma

L’avvento della guida autonoma ha portato anche a porsi delle domande riguardo l’etica della guida autonoma. Prima di tutto esiste un problema a livello decisionale. Trovandosi della condizione di dover decidere, in una situazione di pericolo, tra ferire una persona piuttosto che un’altra, quale sarebbe la scelta? E poi chi ne sarebbe responsabile?

Per quest’ultima domanda si sta pensando a una rivoluzione nell’ambito del diritto. Al momento quando si compra un’automobile il conducente o il proprietario se ne assume la completa responsabilità in caso di danni a terzi. Non a caso vige l’obbligo di avere un’assicurazione che garantisca il pagamento di chi viene danneggiato. Con l’introduzione della guida autonoma l’obbligo di risarcire i danni potrebbe passare alla casa produttrice. Questo potrebbe incentivare le case a produrre sistemi sempre più efficienti e sicuri, in modo da non cadere in ammende.

Per quello che riguarda il problema etico messo in evidenza prima, non c’è una risposta giusta e una sbagliata. Paesi diversi, con culture diverse, affronterebbero il problema di chi salvare in modo totalmente diverso. Infatti, per quanto questo sia un problema da affrontare in opportune sedi, il focus maggiore va dedicato alla prevenzione massima di situazioni di pericolo. Questo, infatti, è stato ribadito più volte nella conferenza.

I dubbi dettati da una novità

Quando ci sono delle novità, queste sono sempre accompagnate da dei dubbi. Già l’ABS, che è un sistema di assistenza alla guida perché si sostituisce al guidatore, non venne accolto di buon occhio. Inizialmente le persone non erano abituate a questo sistema e pensavano che addirittura la macchina frenasse di meno. Col tempo però l’ABS è diventato un elemento indispensabile per la sicurezza. Questo è infatti il processo che devono subire i sistemi di guida autonoma, ottenere la fiducia della gente grazie anche a una buona informazione. Il professore Guido Calabresi ha infatti insistito sul tema dell’informazione, nella quale non bisogna solo puntare il dito sui possibili errori, ma su tutti i benefici che ci sarebbero.

Le persone non devono avere paura del possibile errore della macchina che comunque sarebbe minimo. Al momento la sicurezza in macchina è affidata alla concentrazione del guidatore, ma un giorno questa, che è comunque una variabile di rischio, potrà essere eliminata a favore di un sistema molto più sicuro.

Investimenti e il tema dell’esperienza di guida

Tutto questo potrà essere possibile solo con importanti investimenti sulle infrastrutture. investimenti che si stima potrebbero avere importanti ripercussioni positive in ambito economico. Si stima infatti che con una grande presenza di veicoli a guida autonoma si potranno gestire meglio i flussi stradali in modo anche da risparmiare energia. Aumentando la sicurezza si potranno creare vetture più leggere. Inoltre, cambierà la filosofia di viaggio e di conseguenza anche il design delle vetture e del mondo che le circonda.

Non per ultima esiste la paura che la guida autonoma sottragga tutta la parte di esperienza di guida. In questo senso ha risposto Al Mureden, sostenendo che la guida autonoma, come altre innovazioni tecnologiche, non deve essere vista come qualcosa che toglie, ma qualcosa in più, da sfruttare per migliorare la sicurezza.

E voi? Cosa ne pensate del tema della guida autonoma e della sua etica? Fatelo sapere ai vostri amici, ricordate di condividere l’articolo e di seguirci su tutti i social!

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