La storia dell’automobili è piena di icone, di persone che hanno scritto pagine importanti per questo settore. Uno di questi eroi è chiaramente Carroll Shelby, prima pilota e poi imprenditore. Ha senz’alcun dubbio contribuito, grazie alla sua storia, a rendere le automobili statunitensi famose nel mondo ed oggi ripercorriamo le sue orme per studiarne la storia. Curiosi?

Carroll Shelby: i primi anni e la carriera da pilota

Carroll Hall Shelby nacque nel 1923 a Leesburg e l’interesse per le automobili è iniziato in età giovanile. Guidava e si prendeva cura, infatti, della Ford del padre già all’età di 15 anni. Successivamente al conseguimento del diploma Shelby si arruolò. Dopo essersi diplomato alla scuola di volo come sottotenente nel 1942 ed avendo scalato qualche posizione in carriera, Shelby ha pilotato una varietà di aerei. Il suo preferito era il B-26 per la sua grandissima velocità di volo.

Post seconda guerra mondiale Shelby consolida e si avvicina sempre di più alla sua passione principale: le auto!

sottotenente carroll shelby
Secondo tenente Carroll Shelby

La sua prima vittoria nel 1952 a bordo di una MG-TC diede il via alla sua carriera in pista. Guiderà alcune tra le più veloci auto in commercio tra cui Maserati e Ferrari, ma grazie alle sue 12 vittorie in poco meno di due anni fu invitato a unirsi al team ufficiale dell’Aston Martin nel 1954. Vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1959, per poi ritirarsi dalle corse nel 1960 per un problema cardiaco.

Shelby al volante della MG-TC
Shelby al volante della MG-TC

Gli anni in Cobra

Shelby amava la velocità e questo era un dato di fatto riconosciuto già durante la carriera da pilota di aerei. Rimase molto sorpreso dalla velocità delle auto dell’epoca, ma si lamentava spesso della loro scarsa longevità. Infatti i motori americani necessitavano di molta manutenzione e spesso molto costosa. Il suo scopo allora divenne la creazione di un motore americano con le stesse prestazioni dei precedenti motori offerti sul mercato, ma con l’affidabilità europea, rendendolo poi più economico. In un sogno gli comparve questo nome, che poi divenne storico: Cobra! In effetti il suo sogno divenne realtà quando seppe che AC Cars in Gran Bretagna aveva perso il fornitore del motore per la loro auto sportiva Bristol. Shelby contattò subito l’azienda promuovendo la sua idea, ottenendo consensi e ottimismo. Carroll successivamente propose la sua auto sportiva a Ford Motor Company, a cui piacque l’idea di sfidare direttamente la Chevrolet.

Nel 1962 il visionario velocista creò Shelby American, una nuova società per costruire la sua auto in California. Equipaggiato prima con il motore Ford 260, poi con il 289 pollici cubi, Cobra si è dimostrato un grande successo in tutte le concessionario Ford e nelle competizioni a cui partecipava. Il 4 luglio 1965 la Cobra (in versione da pista) vinse il Campionato GT World Manufacturer, surclassando la Ferrari.

Giovane carroll shelby
Shelby con le 289 roadster

Shelby e la sua collaborazione con Ford

Nel 1960 Ford realizzava numero importanti di vendita con la Mustang, altra icona delle automobili americane, ma non era abbastanza (a proposito, sapete che l’hanno fatta elettrica la Mustang? L’abbiam provata qui: Prova Ford Mustang Mach-E: il SUV elettrico che non ti aspetti). Lee Iacocca, direttore generale della divisione Ford, era preoccupato poiché la Mustang mancava di prestazioni e non rispettava le idee del programma di marketing della Ford Division Total Performance. Per ovviare a questo problema, Iacocca chiamò Shelby chiedendogli un aiuto: bisognava migliorare le prestazioni della Pony Car. Il risultato fu la Shelby Mustang GT350 del 1965, da subito dimostratasi super prestante e surclassando, come la Cobra, le proprie avversarie. Nel 1965 la Shelby Mustang vinse anche il Campionato Nazionale di Produzione B, battendo Corvette Stingray, Jaguar XKE, Sunbeam Tiger e vari modelli Ferrari. La Shelby GT350 fu venduta dal 1965 al 1970 e successivamente venne introdotta la GT500, che Ford ingrandì la Mustang abbastanza da contenere un motore V8 big block.

Carrol con la sua Gt350
Shelby con la sua Gt350

Carroll Shelby: gli anni in Dodge

Carroll Shelby e Lee Iacocca negli anni ’60 divennero ottimi amici. D’altronde Shelby, attraverso i suoi programmi Cobra, Ford GT e Shelby Mustang, aggiunse una grande credibilità al progetto Ford Division Total Performance. Iacocca alla fine degli anni ’70 fu poi ingaggiato dalla Chrysler Corporation per salvare la società dal fallimento, riuscendoci! Negli anni successivi volle ristabilire Dodge come divisione dedicata alle alte prestazioni di Chrysler Corporation, ovviamente chiamando l’amico Carroll Shelby. Nel 1983 nacque la collaborazione Dodge Shelby Charger presso il Chrysler Shelby Performance Center in California. La prima vettura fu la Shelby Charger (1983-87). Sostanzialmente era un’auto veloce, manovrabile ed economica, con motore turbo 2.2L. Shelby era anche la mente dietro la Dodge Omni GLH (sigla che sta per “Goes Like Hell!”), una delle vetture della classe “pocket rocket”, quindi letteralmente piccole ma veloci. Successivamente anche la Dodge Daytona passò sotto le grinfie dello stesso preparatore, godendo del suo trattamento.

Nel 1986 Shelby creò modelli di produzione limitata presso Shelby Automobiles a Whittier. Produsse la serie GLHS prima con l’Omni GLHS, seguita dal GLHS Charger nel 1987. Altri tra i veicoli Dodge concepiti da Shelby Automobiles sono: Shadow CSX, Shelby Lancer e Shelby Dakota.

Shelby con il suo caro amico Lacocca
Shelby con il suo caro amico e collega Iacocca

Shelby ai nostri giorni

Carroll Shelby tutt’oggi è associato alla Ford Mustang, dopo la produzione di vari modelli sportivi. La collaborazione con Ford non si è fermata alla semplice produzioni di modelli Mustang ma è passata anche per alcuni tra i truck più potenti al mondo: Shelby Raptor, Shelby F-150, Shelby F-150 Super Snake e Shelby F-250 Diesel. Attualmente la sede di Shelby American è a Las Vegas ed oltre ad essere un grande centro di produzione è anche un centro storico da visitare. Carroll Shelby è morto l’11 maggio 2012, lasciando un’impronta ai suoi successori che hanno dovuto così raccogliere il testimone di un cammino lungo e costellato di successi.

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